Galleria Elleni

PITTURA ANALITICA

Maggio-Giugno
a cura di Cristiano e Massimiliano Calori
Una serie di opere di artisti Italiani attivi dal 1968 e per tutti gli anni settanta e riferibili a quella corrente internazionale che negli Stati Uniti prende il nome di Post-Minimal Painting di cui fanno parte Robert Ryman, Agnes Martin, Robert Mangold e Brice Marden o Pittura Analitica nella definizione italiana nella quale si possono includere tutti gli artisti presentati in questo progetto espositivo. Nell’epitaffio coniato da Giorgio Griffa nel 1973 “iononrappresentonullaiodipingo” c’è la sintesi di tutto lo spirito di questa corrente di nuova pittura, una pittura progettata collocata in una dimensione concettuale, una riflessione intima dell’artista sul suo ruolo e sul “fare pittura” che si distacca completamente dai condizionamenti della realtà, il gesto della mano è mediato dalla cultura personale e da una auto-riflessione sul concetto stesso del dipingere. Pur partendo da concetti condivisi gli artisti coinvolti e sensibili a questa corrente giugeranno a risultati stilistici diversi. In mostra opere di: Rodolfo Arico’(1930-2002) con una delle sue tele sagomate, Marco Gastini (1938) con le sue celebri carte, la pittura asciutta e ornamentale di Giorgio Griffa (1936), l’equilibrato rigore geometrico di Riccardo Guarneri (1933), Vittorio Matino (1943), Carmengloria Morales (1942), Claudio Verna (1937), le delicate grammature di colore di Elio Marchegiani (1929) , la pittura spaziale di Claudio Olivieri (1934) e Pino Pinelli (1938) rappresentato con una tela monocroma degli anni settanta, il lirismo astratto di Valentino Vago (1931).

Giampaolo Tomasi

MIA Milan Image Art Fair
10_12 Maggio 2013
SuperstudioPiu’
via Tortona 27 / Milano
Presentazione di SARENCO
Da stampatore raffinatissimo per i grandi fotografi internazionali a creatore di splendidi e provocatori collages elettronici, Tomasi ha individuato uno sterminato campo di creazione e ricerca. I Dadaisti lo invidierebbero, Raul Hausmann e Hannah Hoech lo accoglierebbero a braccia aperte nel loro universo di pionieri mondiali del collage. Come i fratelli Herzfelde il suo territorio di caccia è quello della carta stampata ma il suo territorio artistico è quello della tela, dove l’immagine è elaborata al massimo livello parossistico, permettendogli di sconfinare nella pittura.Il suo mezzo tecnico gli serve per eliminare gli scarti tecnico-storici del collage cartaceo originale degli anni eroici delle avanguardie storiche del XX° secolo. Il risultato finale è una sorta di surrealismo modernissimo che non ammette ripensamenti: l’immagine finale è secca, assoluta: i riferimenti al mondo dell’immagine contemporanea intersecata abilmente con le immagini provenienti dalla storia visuale delle avanguardie contemporanee, creano un cortocircuito di grande potenza espressiva. Il suo campo di esplorazione è infinito perché glielo permette il mezzo tecnico di cui dispone con sorprendente abilità e l’universo di immagini che la contemporaneità gli mette a disposizione quasi con malcelata indifferenza. Ed è il superamento di questa indifferenza che dona al lavoro di Tomasi una splendida serie di immagini icastiche.